Ciao Angelo
Per quanto
riguarda l'articolo di Molinari ne apprezzo il coraggio e l'onestà
intellettuale. La penso come lui e so quant'è difficile dirlo senza essere
infilati in categorie sbagliate. Proverò a far girare il suo articolo su Facebook,
ma con poche speranze di successo visto che su Facebook vanno alla grande le
torte o le foto del come eravamo ma non gli articoli che impegnano più di due
minuti di lettura.
Per quanto
riguarda il Post Scriptum del tuo articolo vorrei invece fare una distinzione
netta tra coloro che hanno negato l'importanza del virus e coloro che ne hanno
denunciato la strumentalizzazione.
Visto che
purtroppo la nostra società, ma pure le altre, ha la tendenza a trasformare in
tifo ogni posizione, sclerotizzandola, non è molto facile distinguere, per
esempio, tra la giusta paura che comporta attenzione, e il panico indotto in
buona o malafede che non fa più ragionare. Così come non è facile distinguere
tra chi (io sono tra quelli) insisteva nella necessità della comparazione
dei dati e chiedeva da subito misure sanitarie (indispensabili
oggi ma necessarie sempre) e non misure militari, insistendo sulla necessità
della persuasione educativa e non della coercizione e chi, invece, seguita
ancora a dire che il virus è "soltanto" un'invenzione per ottenere il
controllo sociale. Ecco, che poi lo sia diventato o possa diventarlo, non
può cancellare la considerazione della sua gravità.
Insomma sono due
piani di discorso e credo che tenerli paralleli e separati sia importante per
non emettere condanne che rischiano di applicarsi a soggetti completamente
diversi.
Ti saluto e ti
ringrazio per gli spunti di riflessione sempre presenti nei tuoi articoli e in
generale in Odissea.
Patrizia Cecconi