“#GlobalViralEmergency / Fate Presto”
L’arte tra scienza, natura e
tecnologia
“La vita non è altro che un incessante e temporaneo succedersi di
presenze e di azioni in attesa di una possibile catarsi o di un prossimo dissolversi”. [Giovanni Bonanno]
Si
è ’inaugurata lunedì 30 marzo, alle ore 18.00, la mostra collettiva
internazionale ad invito a cura di Sandro Bongiani e con la collaborazione di Ruggero Maggi e
Giuseppe Denti dal titolo: “#GlobalViralEmergency / Fate Presto”, una mostra nata in soli
20 giorni con la partecipazione di 72 artisti contemporanei invitati che si
sono confrontati da diverse latitudini del
globo sul problema della pandemia planetaria da COVID-19,
mettendo in mostra le contraddizioni dell’attuale società dei consumi e dei
valori calpestati.
Non è la prima volta che
gli artisti prendono posizione riguardo i problemi esistenziali e sociali,
basta solo ripercorrere i vari eventi accaduti nella storia dell’arte per
imbatterci con l’opera di F. Goya, H. Daumier, E. Munch, P. Picasso, Pellizza
da Volpedo, R. Guttuso, Francis Bacon, con i grandi disastri succeduti nel
corso di questi ultimi decenni, dal Vietnam, Cernobyl, all’11 settembre
americano fino al progetto degli anni 80’ Terrae Motus di Lucio Amelio in
occasione del terremoto dell’Irpinia, e poi le grandi proposte di Robert
Morris, Peter Saul e diversi altri. Un susseguirsi incessante di approcci
artistici alternativi sopravvissuti a volte in modo sotterraneo alla ricerca di
una nuova e diversa identità e rappresentazione della realtà, piuttosto
che alla monotonia dei prodotti di oggi disconnessi del tutto dalla vita
delle persone. Ciascuno dei 72 artisti presenti in questa rassegna lo ha fatto
con le proprie sensazioni
contrastanti, mettendo in luce l’essenza problematica e vera del nostro
esistere, nella
convinzione di poter essere in qualche modo ancora utile a questa precaria
società. Quello che noi stiamo vivendo con l’emergenza risulta molto complesso
e quando mai difficile da cancellare. Oggi, l’intero pianeta si trova,
impegnato in questa lotta contro il tempo, di come risolvere questa catastrofe
che di colpo si è presentata all’orizzonte, che di fatto ha cambiato le nostre
abitudini, la nostra percezione del mondo e di come progettare il prossimo
futuro. Tutto non sarà più come prima, la vita, la cultura, l’arte e ciò che
abbiamo attorno dovranno per forza di cose cambiare e rimodularsi per essere
ancora credibili. Per essere partecipi e attivi a questo disastro planetario
noi del Bongiani Ophen Art Museum di Salerno abbiamo attivato in soli venti
giorni un progetto on-line di Net Art con una mostra interattiva virtuale
visibile 24 ore su 24 in tutte le parti del mondo, sia per sollecitare la
politica, la finanza, l’intera collettività e anche lo stesso mondo dell’arte
ad un sussulto di orgoglio alla ricerca di una qualsiasi forma di riscatto e di
rinascita. In questa sofferta condizione di disagio collettivo l’unica cosa
importante che potevamo fare, utilizzando la rete di Internet, è stato chiedere
agli artisti cosa pensano dell’attuale situazione, dello stato di isolamento
collettivo e globale in cui ci siamo improvvisamente ritrovati. Dopo questa
catastrofe, con tutte le gallerie e gli spazi culturali chiusi, questa è di
fatto l’unica mostra possibile e realizzabile in tutto il pianeta terra. In
mostra sono presenti in forma digitale gran parte delle ricerche artistiche in
atto, un campionario significativo di riflessioni dell’attuale panorama
dell’arte al di fuori da strategie precostituite e mercantili del già
assuefatto sistema ufficiale dell’arte. Insomma, l’altra faccia nascosta della
medaglia con le conseguenti dissonanze reattive e divergenti di diversi artisti
non uniformati rispetto alle convinzioni di comodo che il sistema culturale e
ufficiale dell’arte ha deciso da lungo tempo di celare e di lasciare
volutamente fuori dalla porta.
Lo abbiamo fatto
utilizzando, come sempre, la nostra importante piattaforma virtuale no-profit
tutta italiana di arte contemporanea che da oltre dieci anni gestiamo, una
realtà sperimentale altamente efficiente degna di essere considerata tra le
poche e più interessanti startup presenti in tutto il mondo del web. Non una
occasionale improvvisazione da web come fanno oggi le gallerie ufficiali
dell’arte che, di colpo, hanno riversato i contenuti del proprio lavoro nel web
ben sapendo di aver poca competenza a tal proposito. Di fatto, siamo forse
l’unica galleria, seppur virtuale, in grado di attivare oggi proposte ad ampio
respiro. Tutto ciò ci rende fiduciosi permettendoci di fare cultura no-profit
con un serio e ragionato programma di eventi, facendo conoscere gli artisti e
l’arte contemporanea nel mondo senza alcun interesse speculativo e commerciale.
La tecnologia per lungo tempo osteggiata e considerata la rovina del nostro
tempo, oggi ci viene in soccorso, la ritroviamo amica e partecipe in questa
condizione di isolamento e di disagio sociale facendoci sentire con Internet e
i diversi social più vicini in questo malaugurato e insopportabile isolamento
diffuso. Come giustamente avverte Christian Caliandro in una sua annotazione “e difficile pensare che, al termine
dell’emergenza, tutto tornerà come prima,” Tutto non sarà più uguale a
prima. È difficile immaginare che, al termine di questo immane momento l’arte
possa continuare ad essere ancora superficiale e inoffensiva come ora. Nella
nuova condizione in cui siamo bisognerà per forza riflettere sulle scelte e
interrogarsi sul consumo incontrollato e scisso del prodotto artistico rispetto
alla nostra vita. Vi è un urgente bisogno di purificazione dalla monotonia
prospettata dal sistema con una immissione energica di immaginazione alla ricerca
di motivazioni profonde su come interpretare la realtà dell’esistenza.
Occorrerà attingere alla sperimentazione, alle contraddizioni piuttosto che la
messa in scena della “finzione” e della spettacolarizzazione teatrale e ludica
da luna park fine a se stessa. Qui sta tutta l’urgenza di come interpretare il
mondo. Una cultura che sia capace di contagiare con un virus vitale e benefico
di tipo immaginativo e di trasformarsi conseguentemente in una vasta e globale
epidemia positiva in grado di far emergere un nuovo percorso e un diverso
destino a tutta l’arte contemporanea futura. È sicuro, comunque, che da questa catastrofe, d’ora in poi, ogni
cosa non sarà più come prima, dipenderà ovviamente da noi, da quello che
sapremo fare per ritrovare la voglia di sopravvivenza e forse di rinascita da
questo immane e problematico calvario collettivo. Che sia la nostra, davvero,
di buon auspicio a una possibile e probabile rinascita del genere umano.
Sandro Bongiani