di Antonio Mazzeo
Esercitazione beffa
della Nato nel Mediterraneo colpita dall’epidemia da Covid-19. Auguriamoci che
si estenda sempre di più e non resti un solo militare a maneggiare armi e a
devastare il mondo.
La pandemia da
Covid-19 non ferma i giochi di guerra aeronavali della Nato nel Mediterraneo
orientale. Il1° aprile ha preso il via un’esercitazione a cui partecipano unità
di superficie, sottomarini, elicotteri, aerei da pattugliamento e velivoli
senza pilota di Italia, Grecia e Turchia nell’ambito dell’operazione Sea
Guardian 2020 dell’Alleanza atlantica. “Le forze
militari condurranno attività di pattugliamento con l’obiettivo di individuare
naviglio sospetto implicato con azioni terroristiche oppure con il traffico di
migranti”, spiega il Comando generale delle forze navali Nato (MARCOM) con sede a Northwood, Gran Bretagna. “Le
operazioni hanno preso il via sotto il comando della corvetta
anti-sommergibile Tcg Büyükada della Marina militare turca con tiri a fuoco e
l’uso di droni ed elicotteri aeronavali
e si concluderanno il prossimo 8 aprile. Sono anche impegnate le
Forze Speciali della marina turca che operano a bordo di battelli veloci
utilizzati per l’abbordaggio del naviglio sospetto. All’operazione partecipa
anche una forza di elicotteri che opera da terra e da bordo della nave turca”.
Le possibilità di contagio da
coronavirus non sembrano preoccupare i vertici delle forze armate. “Prima della
partenza di Sea Guardian il 19 marzo scorso, lo staff del
Task Group e gli equipaggi delle unità navali hanno preso tutte le precauzioni
necessarie per evitare la minaccia del Covid-19”, ha spiegato il capitano
Richard Platel, a capo del NATO Maritime Command. “Operare a mare o a terra, in
salute e sicurezza è una priorità del personale Nato. In risposta a questa
pandemia, la Nato e le marine alleate seguono i protocolli medici stabiliti e
le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Dall’inizio
dell’epidemia sono state implementate robuste misure per limitare la diffusione
del virus e minimizzare il rischio per i militari e i civili che lavorano
nell’Alleanza ed anche delle comunità a cui essi appartengono. La capacità di
condurre operazioni non è stata tuttavia minata: le nostre forze armate restano
operative e il nostro lavoro continua ad andare avanti”.
L’operazione
aeronavale Sea Guardian ha sostituito la “missione
antiterrorismo” Active Endeavour dopo il Summit Nato di
Varsavia del luglio 2016. Essa ha come obiettivi il “mantenimento nel Mediterraneo
di una capacità di pronto intervento per detenere il terrorismo e rafforzare le
capacità alleate contro la proliferazione della armi di distruzione di massa e
a protezione delle infrastrutture critiche”. Sea Guardian coopera
anche con l’Unione europea nel contrasto ai flussi migratori, fornendo risorse
militari e intelligence all’operazione “Sophia” che dal 1° aprile è stata
rinominata “Irene” e - coincidenza - vuole dirottata verso il Mediterraneo
orientale e il Mar Egeo.
Un’altra conferma
del cinismo e dell’evidente irresponsabilità della Nato di fronte all’emergenza
Covid-19 è giunta dal vertice dei ministri degli esteri dell’Alleanza, tenutosi
il 2 aprile in videoconferenza. “Questa è una crisi sanitaria globale e la Nato
sta facendo la sua parte nell’aiutare in questa comune lotta contro un nemico
invisibile”, ha dichiarato il Segretario Generale Jens
Stoltenberg alla fine del vertice. In verità il massimo dello sforzo fatto sino
ad oggi dalla Nato è stata l’attivazione di un ponte aereo per il trasporto di
attrezzature mediche (qualitativamente e quantitativamente insignificante) dal
Centro euro-atlantico di coordinamento della risposta in caso di disastro con
sede nella Repubblica ceca verso l’Italia e la Spagna. Altri “pronto
interventi” sono stati attivati dall’aeronautica turca e tedesca a favore di
Italia e Francia e da quella statunitense presente in alcune basi europee. “Ci
saranno ulteriori misure che la Nato e gli alleati assumeranno nel loro sforzo
collettivo contro il virus”, ha tuttavia promesso il Segretario Stoltenberg. “I
ministri degli esteri della Nato ritengono che può essere fatto di più, specie
relativamente all’utilizzo delle capacità e delle strutture alleate a sostegno
degli sforzi nazionali. L’abilità della Nato nel condurre operazioni militari
non è stata comunque compromessa dalla pandemia e il Comandante Supremo
dell’Alleanza in Europa, il generale Tod D. Wolters, provvederà ad aggiornare
sulla prontezza militare”.
Prima l’efficienza bellica, dunque, per
cui ecco senza ripensamenti le bombe di Sea Guardian il giorno
stesso in cui un’altra flotta Nato di pronto intervento (SNMG2) ha concluso
un’altra esercitazione aeronavale, Lead Through. “Lo Standing
Maritime Maritime Group 2 è attualmente schierato nel Mar Nero ed è composto
da cinque unità: ITS Fasan (Italia), HMCS Fredericton (Canada), TCG Salihreis
(Turchia), ROS Regina Maria (Romania) e BGS Verni (Bulgaria)”, spiega il
contrammiraglio Paolo Fantoni della Marina militare italiana. “SNMG2 con
le altre forze Nato permanenti, è costantemente dispiegata e svolge
diverse complesse esercitazioni multinazionali, per mantenere il massimo
livello di prontezza e capacità al combattimento. Nel corso di Lead
Through, alle cinque unità di SNMG2 si sono unite il dragamine
Lupu Dinescu e la corvetta Ros Zborul della Marina romena per condurre
un’esercitazione nel Mar Nero in cui è stato simulato uno scenario di
minaccia aerea e la presenza di mine in acqua. Due Mig-21
dell’Aeronautica romena hanno simulato inoltre molteplici attacchi aerei
contro le navi”.
“L’esercitazione di oggi ci ha offerto
un’opportunità inestimabile e stimolante”, ha aggiunto Paolo Fantoni. “Ogni
opportunità come questa deve essere colta. Ciò ci ha permesso di mantenere e
rafforzare le capacità operative e di integrarci prontamente con assetti che
non appartengono permanentemente alla Forza Navale”. Mentre i dispendiosi war
games continuano, milioni di cittadini sono condannati
a difendersi in solitudine dai devastanti effetti sanitari e
socioeconomici della pandemia.