di
Fulvio Papi
Elaborazione grafica di Giuseppe Denti |
La crisi della pandemia ha messo
in luce la imperfezione dell’essere umano, concetto che la teoria
dell’evoluzione ha chiarito sin dai testi di Darwin, dove si intende che
l’evoluzione non ha nessuno scopo come si vede dalla struttura imperfetta di
ogni organismo, compreso l’uomo. Tanto imperfetto anche nelle sue azioni e
nella sua storia che è sufficiente la diffusione di un virus per mettere in
crisi tutta l’opera creata dal lavoro e dall’intelligenza, un intero sistema
sociale, oggi planetario.
Perché? Semplice, perché esso funziona in un modo, quello
capitalistico che vede nella ideologia neo-liberista dei valori di mercato il
valore fondamentale dell’essere umano. Il funzionamento del capitale con i suoi
effetti sociali e psicologici diviene il valore (senza storia) dell’uomo
imperfetto. Se è così il funzionamento ottimale del capitale, anche immagino,
del capitale finanziario che non è sempre in armonia con quello produttivo,
deve essere garantito nel migliore dei modi, perché è molto di più di un valore
economico. E qualsiasi ruolo per il suo buon funzionamento tocchi agli uomini
deve essere considerato positivo. (Il precariato - fu detto - è vantaggioso per
la crescita dei giovani). L’individualismo che deriva dalla centralità
economica dell’esperienza, è un valore umanistico. In questo caso si tratta di
un effetto che deriva da un “dio nascosto”, in questo caso immanente e
materialistico. Questa fede intellettuale può diventare anche una credenza
comune e costituire una tecnologia, un ordine del linguaggio, una psicologia.
Per proseguire devo dire che non penso la sciocchezza secondo cui l’economia
non sia decisiva nel nostro modo di riproduzione sociale. Ma l’economia è un
fatto che può essere strutturato da una intelligenza non economica che
partecipa di altri valori e non è chiusa nella “ontologia regionale” della
forma spontanea (il suo “spirito”) del capitalismo. O semplicemente tiene conto
della imperfezione dell’uomo.
Se quindi dell’economia attuale si fa un valore, è corretto
chiedersi: quale economia? È una domanda che deriva anche da questa pandemia
che è una rivelazione della imperfezione umana, addirittura un evento che
rientra nell’ordine della previsione. Se dicessi che da qui deve partire un
sistema economico forse farei solo della buona morale umanistica. Invece dirò
solo che la presenza del male sottolinea in negativo l’imperfezione umana e che
un sistema economico deve tenerne conto nelle proprie forme. Come? La risposta
sarebbe lunga, ma in due righe si può dire con il valore della politica e di un
ceto politico che abbia una cultura buona per tentare una forma di
programmazione (non è la nostalgia dei primi anni Sessanta!), così derisa dai
neo-liberisti.