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IL VERO NUOVO MONDO
di Angelo Gaccione
C’è un filone che la
letteratura cataloga come utopistica o visionaria tutt’altro che disprezzabile.
L’utopia è un’aspirazione necessaria, una tensione verso un mondo migliore, un
vivere più umano. L’utopia è ineliminabile dal pensiero come dalla letteratura:
bastano le fiabe a confermarcelo. Naturalmente non tutti i risultati sulla
pagina reggono la sfida o brillano per originalità. Al genere utopistico
possiamo accomunare anche questo ponderoso romanzo di Terenzio Mazza Il vero
mondo nuovo (Etabeta ed. pagg. 424 € 18,50). È un romanzo che ha più il
carattere del saggio, come l’autore stesso chiarisce nella presentazione al
lettore, in cui, mostrando la nascita, i gruppi umani, le stratificazioni
sociali, le differenze fisiche, i costumi, la lingua di Vuda (questo è il nuovo
Paese collocato su un’isola appartata e sconosciuta) si offre come una vera e
propria metafora contemporanea.
Come tutti gli altrove (i luoghi fuori dalla storia e
che si ribellano ad essa) anche Vuda nasce da una ribellione e da un ideale.
Ribellione verso una civiltà (si fa per dire) che ha basato la sua esistenza
sulla violenza, la sopraffazione e la barbarie della guerra; anelito verso un
“vero mondo nuovo” fondato sulla pace, la dignità morale, e dove i suoi
abitanti non sono più divisi secondo le vecchie categorie di uomini e donne, di
maschi e femmine, ma secondo princìpi e regole. Un cambio radicale anche
linguistico che prefigura una trasformazione di ogni aspetto del vivere in
comunità. Naturalmente perché Vuda possa vivere in pace ed armonia e preservare
la propria gelosa indipendenza, deve rendersi autosufficiente e soprattutto
muoversi con cautela, perché le mire di conquista delle potenze sterne sono
sempre in agguato, come hanno dimostrato le guerre del “vecchio mondo”:
Soprattutto l’ultima con i suoi milioni di morti, le rovine, le persecuzioni
razziali.
Raccontarvi quattrocento e più pagine non è impresa agevole;
quel che più conta, e che a me interessa, è la consapevolezza che una pace
stabile può essere mantenuta a condizione che una comunità rinunci alla follia
degli armamenti, e si impegni a mantenere equità sociale ed equilibrio morale.
Le uniche differenze devono riguardare i gusti e le capacità intellettuali, ma
senza disuguaglianza di sorta. Il tentativo di Mazza è ardito ed egli si
impegna in questo compito con forte determinazione, come dimostra nei vari
capitoli.
Un altro elemento
indispensabile in questo genere di narrativa, è il coinvolgimento attivo del
lettore. Egli deve diventare parte attiva del progetto e complice della
costruzione, perché tutto funzioni. Se si pone in una posizione critica o mette
in discussione le aporie e i punti deboli che reggono l’edificazione di quanto
si sta costruendo, si mina il progetto e anche la narrazione perde il suo
fascino. Lo scrittore di romanzi come questi abbisogna di un lettore complice e
disposto a sostenerlo nel suo sforzo utopico. Ne deve condividere l’avventura e
il sogno; esserne convinto ed entusiasta adepto.