e l’Italia si esercita nel Nevada
di Antonio Mazzeo
Elaborazione grafica di Giuseppe Denti |
“Dopo un’attenta valutazione delle attività
in svolgimento per l’esercitazione Defender Europe 2020 e alla luce
dell’odierna epidemia di Coronavirus, modificheremo l’esercitazione riducendo
il numero dei partecipanti Usa; le attività associate all’esercitazione saranno
rimodulate in stretto accordo con gli Alleati e i partner per andare incontro
alle nostre maggiori priorità degli obiettivi addestrativi”. Adesso è
ufficiale: il Comando delle forze armate degli Stati Uniti in Europa con sede a
Stoccarda (Germania) ha deciso un taglio netto ai war games previsti in Europa
centrale ed orientale nei mesi di aprile e maggio nell’ambito nella
maxi-esercitazione a cui avrebbero dovuto partecipare oltre 37.000 militari,
migliaia di mezzi pesanti, cacciabombardieri e unità navali e sottomarini dei
paesi aderenti all’Alleanza atlantica.
“La protezione sanitaria delle nostre forze armate e
di quella dei nostri alleati Nato è un obiettivo prioritario”, prosegue la nota
emessa da Us European Command. “Noi prendiamo seriamente in considerazione
l’epidemia di Coronavirus e siamo fiduciosi che nell’assumere questa decisione
continueremo a fare la nostra parte nel prevenire l’ulteriore diffusione del
virus, mentre stiamo ancora massimizzando i nostri sforzi per far crescere la
nostra alleanza e partnership e rafforzare la risposta generale contro ogni
crisi e contingenza”. Ulteriori aggiornamenti relativamente a Defender Europe
saranno comunicati nelle prossime ore.
La decisone statunitense è stata formalizzata dopo la
cancellazione della prima fase dell’esercitazione prevista in Norvegia e nel
mar Artico (Exercise Cold Response 20). Proprio per l’esplosione in
tutto il vecchio continente dell’emergenza coronavirus, qualche giorno fa la
Finlandia aveva annunciato il ritiro dai giochi di guerra nel Baltico; anche il
ministro della Difesa italiano, Lorenzo Guarini, con una nota dell’12 marzo,
aveva reso noto l’intenzione di non partecipare a Defender Europe. “Gli uomini
e le donne della Difesa sono in campo senza sosta per fronteggiare, in questo
delicato momento, l’emergenza sanitaria e per garantire l’attuazione delle
importanti delibere decise del governo”, ha dichiarato Guerini.
“Per questo ho valutato, congiuntamente con lo
Stato maggiore della Difesa e informando il Comando Nato, di non confermare il
nostro contributo all’esercitazione. Pur sostenendo il suo valore strategico,
ho ritenuto opportuno mantenere massimo l’apporto delle Forze armate in questa
situazione”.
La decisione del governo è stata condivisa da tutte le
forze politiche e dall’opinione pubblica. Peccato che nelle stesse ore in cui
essa maturava, dall’altra parte dell’oceano, in Nevada (Usa), prendeva il via
un’altra maxi-esercitazione aerea, Bandiera Rossa (Red Flag
2020-02), con la partecipazione dei reparti d’eccellenza dell’Aeronautica
Militare provenienti dalle basi di Pisa, Grosseto, Gioia del Colle,
Trapani-Birgi, Pratica di Mare e Amendola (Foggia). “Con i primi decolli degli
assetti italiani, il 9 marzo è ufficialmente iniziata la Red Flag, una
delle esercitazioni aeree più complesse e realistiche organizzate a livello
internazionale che vede coinvolte presso la base americana di Nellis anche le
forze aeree statunitensi, spagnole e tedesche”, riporta enfaticamente il
comunicato emesso dallo Stato Maggiore della Difesa. “Per la prima volta dal
1989, l’Aeronautica Militare partecipa con ben tre tipologie di velivoli: gli
Eurofighter del 4°, 36° e 37° Stormo; il CAEW (Conformal Airborne Early
Warning) del 14° Stormo di Pratica di Mare e gli F-35 del 32° Stormo di
Amendola, entrambi alla prima presenza in questo particolare scenario. Si
tratta del più importante evento addestrativo del 2020 per
l’Aeronautica, un’esercitazione nella quale i piloti consolidano le capacità
d’impiego dei sistemi d’arma in dotazione e la validità delle rispettive
tattiche, mediante l’organizzazione ed il coordinamento di pacchetti costituiti
da un elevato numero di velivoli, consolidando nel contempo la capacità di
operare congiuntamente con altri Reparti, sia della Forza Armata sia di altre
nazioni”.
Niente pericoli coronavirus dunque per Bandiera
Rossa che si concluderà il 20 marzo. Del resto nessuno dei
protagonisti armati poteva perdere l’occasione di sperimentare dal vivo i nuovi
sistemi d’intelligence e per le cyber war acquistati: le simulazioni delle
future guerre aerospaziali e cibernetiche si svolgeranno in un enorme poligono
del Nevada che sorge a ridosso della base aerea di Nellis, una delle più grandi
installazioni militari del mondo. Nel poligono sono stati testati più del 75%
di tutte le munizioni e delle bombe a disposizione delle forze armate Usa e
Nato. Dalla sua prima edizione nel 1975 sino ad oggi, Red Flag ha ospitato le
forze aeree di 29 paesi e più di 506.000 militari. “Il deployment operativo e logistico
in Nevada per l’esercitazione aerea è stato portato avanti dalla nostra Forza
Armata come pianificato, nonostante i concomitanti sforzi organizzativi in
campo nazionale nell’ambito delle attuali azioni di contrasto e gestione
dell’emergenza COVID-19”, conclude la nota dello Stato Maggiore. Chissà se dopo
l’irresponsabile missione negli Usa, sarà decretato nei confronti di tutto il
personale partecipante l’isolamento obbligatorio domiciliare, come misura
preventiva all’ulteriore diffusione del coronavirus in tutta Italia…