UN’EPIDEMIA CHE COLPISCE IL RESPIRO DELLA
VITA
di Massimo Pamio
Signor Pamio, intanto grazie per averci scritto. Vorremmo però dirle che non
condividiamo tutto il suo entusiasmo per le scelte fatte per la salute e la
salvezza dei suoi cittadini, come principio basilare dell’esistenza dello Stato
o delle istituzioni pubbliche. C’ è un insieme di scelte che inizia da lontano,
di prevenzione, di non spreco di denaro pubblico come è avvenuto da noi, in
Lombardia, con la cessione di grandi parti della Sanità pubblica a quella
privata. E anche gli stessi cittadini non sono stati tutti dei modelli di
comportamento: avrà ben letto delle polemiche intercorse per quanti di noi
erano a passeggio o in treni per un ritorno presso le proprie famiglie lontane,
incuranti delle conseguenze di questa scelta. Siamo con lei nella speranza che
i fatti che stanno accadendo possano spingerci ad un diverso rapporto tra le
persone e la natura e siccome la vita che abbiamo la possiamo vivere solo oggi,
perché non potremmo decidere di viverla meglio, noi e chi verrà dopo di noi,
impiegando risorse che oggi vengono impegnate per armamenti, quando dovrebbe
essere palese che una guerra nucleare vorrebbe significare la distruzione
reciproca dei contendenti, cioè non converrebbe farla? Possiamo iniziarlo a
dire alle persone?
[Giuseppe
Bruzzone]
Il nostro Paese, l’Italia, nel riprodurre l’esempio
e nel ricalcare gli straordinari passi compiuti dalla Repubblica di Cina, ha
mostrato, in questi giorni, con la sua scelta di fermare ogni attività, di voler
rispettare fondamentali principi e di credere in valori altissimi se non
supremi, in quelli secondo cui ciò che più importa per una nazione consiste
nella difesa della salute di ogni suo singolo componente, e in particolare di
quella dei più deboli e dei più vulnerabili. Tale disposizione, voluta dal
Governo ma subito rispettata con un esemplare comportamento da tutti i
cittadini, attesta che in Italia la vita di un singolo suo individuo conta più di
ogni altro bene, e che la difesa della vita si deve anteporre a tutti i privati
interessi. L’esistenza di un solo uomo, se pure vecchio e già fuori del mondo
produttivo, va intesa come un valore assoluto di riferimento per ogni azione civile,
sociale, economica.
Questo momento di difficoltà e di minaccia di un
oscuro nemico che incombe sulla salute pubblica ha fatto riscoprire in tutti
noi il principio più alto della specie: che la vita di ogni singolo uomo è
incommensurabile e vale più di ogni altro bene.
A questo punto non possiamo gettare via questa constatazione
per passare subito ad altro argomento.
È possibile che solo nei momenti di difficoltà si
debba riscoprire la ricchezza più grande della nostra umanità? Oppure è
possibile continuare per questa strada? È possibile insistere su un
comportamento umano basato su valori e principi molto alti? Tale comportamento
potrebbe anche migliorare le nostre condizioni di sopravvivenza nel pianeta?
Penso proprio di sì. Penso proprio che sia venuto
il momento di riflettere, grazie a questa sfortunata contingenza dai risvolti
apocalittici, di riflettere su come migliorare la vita della specie, a partire
dall’atteggiamento che la Cina e l’Italia hanno adottato in questo frangente,
che non deve essere solo un modo straordinario di difesa legato a una
situazione eccezionale, ma forse un atteggiamento collettivo che dovrebbe
essere adottato a livello globale.
Come? E perché?
Questa situazione, così come ci ha fatto
riscoprire la parte migliore di noi stessi, dovrebbe illuminarci su nuove
modalità di comportamento da estendere nel tempo, nella vita di ogni giorno. Bisognerebbe
dedicare la nostra attenzione non tanto e non solo ad arricchire le nostre
economie o a rendere le nostre vite più confortevoli, bensì concentrare gran
parte delle nostre energie nel sostenere un’attività sociale ed economica più
solidale e rispettosa del principio della vita. Della vita non solo di ogni
singolo componente dell’umanità, ma anche delle altre specie.
Se in questi giorni è diminuito moltissimo l’inquinamento
nelle zone che hanno fermato le loro attività, questo non ci dice nulla?
Se questa epidemia colpisce proprio i polmoni, e
se questa malattia si è sviluppata in terre molto inquinate atmosfericamente,
questo non parla al nostro intelletto?
Dovremmo riscoprire che l’azione primaria dell’umanità
non deve risiedere nel favorire il nostro bene particolare, che la nostra
esistenza non si deve arricchire solo di beni materiali o di consumo. Se
veramente siamo una specie capace di grandi scelte, se veramente siamo la
specie più intelligente, che potrebbe sovraintendere alla vita di tutto il
pianeta, dovremmo comprendere che non solo la vita di un singolo uomo vale più
di tutti i nostri interessi ma che anche la vita di un singolo animale vale più
di tutti i nostri interessi, e che la salvaguardia dell’ambiente in cui noi
viviamo ma anche in cui le altre specie vivono, dovrebbe esserci cara e sacra. Che
l’uomo dovrebbe cercare di creare l’ambiente migliore su questa terra non solo
per sé stesso, ma anche per tutte le altre specie. E che ogni singolo uomo
dovrebbe tenere cara la vita non solo della propria famiglia, ma anche di tutte
le altre famiglie di animali e piante che vivono accanto a attorno a noi, e che
lo sfruttamento indiscriminato delle risorse della terra che viene ogni giorno
perpetrato a danno della vita di piccoli gruppi di uomini, di grandi gruppi di
animali e piante, sta comportando un pericolo grandissimo non tanto per le
altre specie animali, quanto soprattutto per la nostra. E che se non stabiliamo
un nuovo atteggiamento di rispetto nei confronti della vita delle altre specie
e dell’ambiente, sarà la Natura a vendicarsi sulla nostra specie, e stavolta
forse potrebbe essere definitivamente.