È chiaro
che "dopo" la crisi in cui siamo tragicamente immersi ben poco
resterà come "prima". E noi, i promotori del presente appello, siamo
tra quelli che vorremmo un "dopo" di grande cambiamento in direzione
positiva, in cui il "prima" - il malsviluppo dell'accumulazione per
il profitto e per la potenza che ci ha condotto alla catastrofe - sia
consapevolmente abbandonato.
Questo "dopo" dovrebbe incorporare i valori che, praticati
"durante", ci permetteranno di superare nel miglior modo possibile
questo difficile momento: dopo anni di chiusure nazionalistiche, di razzismi,
di odi e conflitti armati, un senso di solidarietà tra le persone e tra i
popoli; dopo l'attacco a tutto ciò che è statale e le privatizzazioni selvagge,
una rivalutazione della sfera pubblica e degli interventi programmati da parte
governativa; e soprattutto un inizio di consapevolezza della dipendenza e
fragilità umana rispetto alle forze della Natura, che deve tradursi in
comportamenti individuali e collettivi sobri e prudenti, di rispetto per tutta
la comunità dei viventi. L'ecosistema globale sconvolto reagisce e ci attacca con
“nuovi” virus, in attesa di colpi ancora
più tremendi che verranno da tempeste, alluvioni, siccità, desertificazione,
carestie...
Potremmo ora, edotti dalla drammatica esperienza che stiamo affrontando, finalmente percepire che tutti gli esseri umani, articolati nei vari popoli, sono una unica famiglia che appartiene alla Madre Terra e che, come consigliava Martin Luther King: "Dobbiamo imparare a vivere tutti insieme come fratelli, altrimenti periremo tutti insieme come idioti".
Potremmo ora, edotti dalla drammatica esperienza che stiamo affrontando, finalmente percepire che tutti gli esseri umani, articolati nei vari popoli, sono una unica famiglia che appartiene alla Madre Terra e che, come consigliava Martin Luther King: "Dobbiamo imparare a vivere tutti insieme come fratelli, altrimenti periremo tutti insieme come idioti".
La componente ecopacifista dell'arcipelago nonviolento, ispirata dai Disarmisti
esigenti, membri della Rete ICAN (Campagna Internazionale per l'abolizione
delle armi nucleari), premio Nobel per la pace 2017, sulla base di questi
presupposti di convivenza e collaborazione pacifica universale, propone che si
inizi la conversione del sistema militare anche per sostenere le spese
sanitarie urgenti necessarie per sconfiggere l'epidemia in corso, evitando la
catastrofe.
L'apparato militare-industriale-fossile-nucleare è la principale causa delle minacce che incombono sull'umanità tutta; in primis il pericoloso intreccio tra minaccia nucleare e minaccia climatica in sinergia con la disuguaglianza economica e l’oppressione le cui vittime sono in crescita esponenziale a partire da donne, bambini e i soggetti fragili.
L'apparato militare-industriale-fossile-nucleare è la principale causa delle minacce che incombono sull'umanità tutta; in primis il pericoloso intreccio tra minaccia nucleare e minaccia climatica in sinergia con la disuguaglianza economica e l’oppressione le cui vittime sono in crescita esponenziale a partire da donne, bambini e i soggetti fragili.
È
necessario, allora, che le risorse pubbliche ad esso destinate comincino a
essere dirottate verso un serio "Green New Deal", una conversione
ecologica dell'economia, uno stop all'accumulazione illimitata e un focus sui
bisogni umani e di salvaguardia dell'ambiente, realizzante la piena
occupazione; un ecosviluppo che vede tra i suoi pilastri anche una sanità
pubblica messa in grado di fronteggiare emergenze come quella terribile da
coronavirus.
Come richiesta urgente per l'Italia, proponiamo in particolare che le spese militari, a partire da quelle incostituzionali degli F35 e dei sistemi d'arma offensivi, siano dirottate subito verso misure sanitarie a beneficio della vita e della salute dei cittadini.
Reiteriamo
la richiesta che l'Italia ratifichi il Trattato di proibizione delle armi
nucleari, contribuendo alla sua entrata in vigore. E' mai possibile - non
possiamo non chiederci - che una maggioranza al governo che ha votato per questo Trattato in Europa poi si
sottragga a questo impegno in Italia, e
permettendo che si continuino a buttare soldi per mantenere le bombe atomiche USA
in Europa (e sul nostro territorio)?
Nel mondo sono in corso varie guerre con
drammatiche conseguenze umanitarie e ambientali, di cui tre proprio di fronte al nostro balcone
mediterraneo: Siria, Yemen e Libia; questa ultima che vede più direttamente
implicata l'Italia, a difesa dell'ENI, in intricatissime partite geopolitiche
con il petrolio e le altre risorse energetiche come posta principale.
Dal punto di vista dell'epidemia queste guerre potrebbero essere devastanti, come a suo tempo lo fu la famigerata influenza "spagnola".
Qui citiamo le parole dell'illustre infettivologo Aldo Morrone, direttore del San Gallicano:
"Se ci fosse una vera volontà di contrasto dell'epidemia bisognerebbe partire da un immediato stop alle guerre, da un immediato riconoscimento del diritto alla mobilità dei migranti e dei rifugiati, in sicurezza. Non è una fissazione pacifista ma una necessità scientifica".
Dal punto di vista dell'epidemia queste guerre potrebbero essere devastanti, come a suo tempo lo fu la famigerata influenza "spagnola".
Qui citiamo le parole dell'illustre infettivologo Aldo Morrone, direttore del San Gallicano:
"Se ci fosse una vera volontà di contrasto dell'epidemia bisognerebbe partire da un immediato stop alle guerre, da un immediato riconoscimento del diritto alla mobilità dei migranti e dei rifugiati, in sicurezza. Non è una fissazione pacifista ma una necessità scientifica".
Ascoltiamo
queste parole e decidiamo di ritirarci unilateralmente da queste guerre e di
revocare le missioni militari all'estero.
Sosteniamo l'alternativa della difesa civile non armata e nonviolenta promuovendo in particolare i corpi civili e le ambasciate di pace.
Orientiamo fondi pubblici verso la riconversione produttiva della industria bellica verso il settore civile: non bombe e cannoni ma, ad esempio, i ventilatori e le attrezzature mediche di cui abbiamo tutti bisogno.
Ricordiamo il celebre adagio del mai dimenticato Presidente partigiano Sandro Pertini: "Si svuotino gli arsenali di guerra portatori di morte, si colmino i granai sorgenti di vita per milioni di persone che soffrono".
Sosteniamo l'alternativa della difesa civile non armata e nonviolenta promuovendo in particolare i corpi civili e le ambasciate di pace.
Orientiamo fondi pubblici verso la riconversione produttiva della industria bellica verso il settore civile: non bombe e cannoni ma, ad esempio, i ventilatori e le attrezzature mediche di cui abbiamo tutti bisogno.
Ricordiamo il celebre adagio del mai dimenticato Presidente partigiano Sandro Pertini: "Si svuotino gli arsenali di guerra portatori di morte, si colmino i granai sorgenti di vita per milioni di persone che soffrono".
[Disarmisti
Esigenti - ICAN]