di
Giuseppe Bruzzone
A proposito del virus e dei suoi risvolti
Partirei da un assunto di base. Ci
stiamo "interessando" del virus perché "scopriamo" che riguarda
tutti i Paesi in varia misura, e perché ha un carattere di urgenza, considerato
i morti e i contagiati. Posso dire che ci sono anche altri due fattori che
hanno aspetto complessivo, nel senso che, come il virus, riguardano tutti i
Paesi del mondo? Mondo-Terra che, per inciso, ricordo che si muove nello spazio
e, noi che ci abitiamo, non sappiamo dove stiamo andando, e ci sembra di restare
fermi (è questo che dà l'illusione di essere i padroni di esso, se non
dell'Universo?).
Uno è la necessità della Pace, addirittura, anche come
garanzia di salvezza della nostra specie. Una guerra con le armi che la nostra
violenza data allo Stato e da questa capitalizzata e trasformata (ciascuno di
noi, nei fatti, non l' ha
delegata?) sarebbe una distruzione generalizzata di tutti i
contendenti, civili compresi. Cioè non ci sarebbero vincitori, ma solo vinti.
Per questo i gruppi Stato, chi guida tali gruppi, pensa che attaccando per
primi, non ci sarebbe la distruzione del proprio gruppo. Possiamo dire che qui
siamo al delirio? C'è un obbligo alla guerra? Certo bisognerebbe rivedere la propria
posizione personale di fronte agli oggetti d'amore, capire che forse è vero
quello che dice la psicanalisi che noi amiamo, ma anche odiamo nel profondo,
visto che se volessimo "difendere" la Patria, potremmo invece
distruggerla?
Il secondo motivo generalizzante è il Clima. Non avrebbe molto
senso adottare determinate misure di salvaguardia solo in qualche Paese.
Abitiamo tutti nella stessa Casa, i venti, le nuvole supererebbero i confini,
come quelli radioattivi, provocati da una eventuale guerra nucleare, da qui la
necessità di scelte riguardanti i vari Paesi, con i propri abitanti, umani e
no. Al Clima correlata, dovremmo aggiungere la Natura. Ci ricordiamo che come
uomini e donne, siamo un suo prodotto? Che prima di diventare figli dello
Stato, abbiamo abitato in caverne, cacciato animali, mangiato foglie di qualche
pianta, preso il sole senza la volontà di abbronzarsi, attraversato fiumi, con
qualche albero abbattuto dal vento?
Dovrebbe esserci questa contemporaneità di generalizzazione.
Perché appunto siamo esseri umani, tutti figli della Natura. Non dobbiamo rinnegare
nulla dell'essere anche figli dello Stato di appartenenza, per la Storia
diversa, per il Clima diverso, per la conformazione geografica dei luoghi dove
siamo cresciuti. Ma sempre in questa Palla rotonda che ci ospita e che dovremmo
riscoprire nell' interesse di tutti noi cittadini di questo mondo. È evidente
che adesso siamo inseriti in una situazione di urgenza, per la pesantezza dei
fatti che accadono. Per cui è lì che dobbiamo andare a parare, prima di tutto.
Ma credo che la riflessione, la spinta che può determinare il proprio agire
oggi, debba permanere nel tempo e non sottostare alle urgenze dei momenti.
Certo vuol dire cambiare parecchio, ma la realtà storica in cui ci troviamo lo
richiede soprattutto per non uscirne sconfitti, e con il compito molto umano,
di lasciare alle persone cui vogliamo bene la possibilità di vivere il più
possibile decentemente la loro vita.
[Milano 28 marzo 2020]