di
Alessandra Paganardi
Alessandra Paganardi |
Non è facile un maestro univoco per
questi versi-apologhi che, come il pane evocato in una poesia, hanno il gusto
sapido della saggezza. Leggiamone uno dei più significativi:
Arrivarono da ogni dove,
– Re, Mercanti e Villani –
portando ogni sorta di doni.
Si prostrarono in terra
a riverire il fanciullo.
Nemmeno una carezza, invece,
all’asino che per tutto il viaggio,
stremato lo aveva
condotto.
Il pensiero corre
subito a un illustre: «Tebe dalle sette porte, chi la costruì?/ Ci sono i nomi
dei re, dentro i libri./ Sono stati i re a trascinarli, quei blocchi di
pietra»? Abbiamo riconosciuto tutti, al di là dell’impegno civile comune ai due
autori, le forti ascendenze brechtiane nella poetica di Angelo Gaccione.
Dovremmo parlare anche della passione per il teatro che avvicina lo scrittore
tedesco e quello italiano. Eppure in quest’ultimo c’è una leggerezza, vorrei
dire una grazia che non sempre è presente nel primo. Senza dire che la
scrittura di Gaccione, fecondissima e poliversa, è semplicemente impensabile se
sganciata da forme della tradizione letteraria tipiche dell’Italia
centromeridionale delle origini: ad esempio le rappresentazioni sacre, a metà
fra sceneggiata e recitazione – ricordiamo per tutti la Donna del Paradiso di Jacopone da Todi – oppure i Contrasti come quello famosissimo di
Cielo d’Alcamo: anch’esso fortemente ibridato con il teatro.
Lasciamoci dunque
conquistare da altri testi, in cui più intensa è la presa diretta del dialogo e
talora – anche se non sempre – del linguaggio popolare, in una forma di verismo
tutto speciale che Gaccione ha già da tempo sperimentato, in primis nella sua raffinatissima narrativa breve:
La
morte andando per via,
incontrò
la miseria.
«Ci
mettiamo insieme?» le chiese.
«Ho
sposato la guerra» rispose,
«sei arrivata tardi».
***
Uocchiu
c’u bbidi,
cori
c’u ddodi.
Ma
il suo cuore di madre vedeva,
fin dove l’occhio non
giunge.
C’è una sapienza
evangelico- francescana in questi versi, una sapienza da parabola, che ha la
pregnanza graffiante di Villon, ma senza nulla concedere a un maledettismo che
ormai rischierebbe di diventare manierato. Ha anche il ritmo di un cantastorie
abbreviato, quasi il resumé di un De
André o di un George Brassens, dove la brachilogia non si giustappone, ma si
genera automaticamente dalla forza filosofica della meditazione sul mondo.
Amore
che canti per strada,
se
arrivi sotto il mio balcone,
sappi
che non potrò darti nulla,
se non un fiore.
Non è escluso che la brevitas sia di per sé un ausilio alla
memorizzazione, voluto dall’autore proprio in omaggio alle radici orali di
questa epica dell’anima e dei luoghi: invece di ricorrere a versi formulari più
volte ripetuti, tipici dell’epica classica, l’autore utilizza fulminanti
massime, che restano impresse subito senza bisogno di reiterazione. Sono molti
anche gli espedienti retorici, come il paradosso, il colpo di scena e il capovolgimento
nel contrario:
Tre
volte cantò il gallo
e un
uomo fu tradito.
Tre
uomini furono traditi,
ma nessun gallo cantò.
***
Finché
c’era lui
lei
non c’era.
Appena
lei arrivò
lui non c’era più.
***
All’uomo!
All’uomo!
gridò
il lupo.
E
non fu il solo
a prendere la via del
bosco.
Non c’è mai un tu, perché non è l’io del poeta a
parlare, e neppure un noi collettivo a
posteriori: ma la voce del mondo, una terza persona impersonale molto simile al
francese on; densa tuttavia di
un’umanità concreta, mai pura allegoria. La coralità di questo libro è un
tutt’uno con la sua oralità: non sovrapposta, ma profondamente connaturata con
gli stilemi della poetica, e per così dire a priori. Anche per questo Spore, proprio come i semi culturali che
porta nel titolo, va letto e riletto dopo il primo ascolto: perché si fissi
nella mente come la radice di un’epica nuova, delicata, che sfiora vivi e morti
in una comunione laica resa possibile dalla forte coscienza di appartenere a
una realtà che non è soltanto personale. Si può, si deve contribuire a renderla
migliore, a vantaggio del bene e delle generazioni future, anche attraverso la
poesia.
La copertina del libro |
Angelo
Gaccione
Spore
Interlinea
Edizioni 2020
Pagg.
90 € 12,00