Emilio
Molinari
Oggi
è la giornata mondiale dell'acqua e il mondo è sconvolto da una tragedia
globale. Venti anni fa cominciammo a parlare di acqua e denunciarne la crisi
mondiale, il suo esaurimento, l'inquinamento devastante e l'altrettanto
devastante siccità per effetto dei mutamenti climatici.
Abbiamo
parlato di 1 persona su 3 che non ha accesso ad acqua sicura e di 1 su 9 privo di
servizi igienici, di 1000 bambini che muoiono ogni giorno per
l'acqua infetta, di 2,5 milioni che muoiono ogni anno per questo.
L'acqua
è, nell'indifferenza globale, in testa alla macabra graduatoria dei decessi. Una
guerra, una pandemia, oggi usiamo questi termini: la guerra e la pandemia
dell'acqua, una realtà da decenni. Denunciammo
la criminale selezione tra gli esseri umani che avrebbe comportato la
privatizzazione dell'acqua e nel 2011 promuovemmo un referendum per fermarla
con 27 milioni di voti. E la gente normale, di sinistra e di destra, capì.
Nove
anni dal referendum nei quali la cultura della privatizzazione ha devastato la
democrazia e tutto ciò che è pubblico, creando ciò che De Rita (Censis) ha
definito: La dittatura dell'io. Le istituzioni internazionali, le
multinazionali, la grande politica e i media asserviti, hanno imposto le
privatizzazioni al mondo e l'hanno condotto nella rovinosa situazione di oggi,
che il coronavirus ci sbatte in faccia. Nel nostro paese la sanità pubblica è
stata devastata e la rete idrica, gran parte privatizzata, perde il 60%
dell'acqua. Sulla rete autostradale crollano ponti e gallerie.
Il
virus, così ci dicono, è uscito da una foresta cinese con un pipistrello
venduto al mercato, domani potrebbe uscire da qualche altra foresta violentata
in un altro paese, da qualche altro animale o da un allevamento intensivo
vicino a casa nostra.
Non
può tornare tutto come prima.
Milano,
“vicino all'Europa… Milano che ride e si diverte” come cantava Lucio Dalla e
che piace tanto ai milanesi di sinistra... che fa? Il
cementato cresce al ritmo del 15% all'anno e bruciano i rifiuti tossici come a
Napoli. E la Lombardia del coronavirus? Già.
La
Lombardia, accumula primati: prima in Europa per l'inquinamento dell'aria e i
decessi che ne derivano; prima per il disastro ambientale dell'area
dei fiumi Seveso, Lambro e Olona; prima per decessi da coronavirus.
La
Lombardia con il Po che a febbraio era già in secca come nell'agosto del 2019 e
rischia di mettere in ginocchio il paese quanto il virus, il lago di Como e di
Garda con il 25% in meno di acqua.
La
Lombardia con i fiumi, ci dice ISPRA, con la presenza di 26 tipi di veleni e le
falde con il glifosato. Che fa? Il
Pianeta ci dice che il tempo è scaduto e “il paradigma del XXI secolo è Salvare
il Mondo” e questa dimensione avrebbe dovuto cambia tutto il modo di
fare politica e dar vita a movimenti.
Odio
citarmi, ma così scrivemmo io e Claudio Jampaglia nel 2010 in un libro dal
titolo Salvare l'Acqua.
Il
virus, troppo pochi lo dicono, ha lo stesso segno della crisi idrica, dei
mutamenti climatici, del vento che abbatte milioni di alberi in Veneto/
Trentino; degli incendi che bruciano l'Amazzonia, la Siberia, l'Australia.
È
figlio dell'aria inquinata che uccide ogni anno 20 milioni di persone nel
mondo, e più l'aria è inquinata, come in Lombardia, e più l'aggressività del
virus sembra manifestarsi. È figlio della globalizzazione delle piattaforme
produttive: un pezzo in Cina l'altro in India ecc...
È
il sistema che non regge più oggi. In tanti vedono che tutto è interconnesso,
che la tua salute dipende dalla salute degli altri. Siamo in braghe di tela per
i tagli alla spesa pubblica, per le privatizzazioni sanitarie, per i brevetti
sui farmaci e i costi imposti dalle multinazionali: né più né meno come per
l'acqua potabile, per la siccità, il clima e il dissesto ambientale. Cambiare
tutto.
Prevenire
le emergenze epocali, rilanciare il valore del pubblico, credo sia un primo
obbiettivo.
C'è
bisogno di politica universale, non solo di competenze. Ma credo che la
politica odierna non sia in grado di assolvere tale compito. Dovremmo metterci
insieme: associazioni, sindacati, movimenti culturali, sociali di uomini donne
e generi diversi, in una Rete, come in un nuovo Forum Sociale Mondiale non per
fare la sommatoria dei contenuti congeniali ad ognuno. Ma per decidere, pochi obbiettivi,
fondamentali: I diritti alla vita.
Un
Forum che non si limiti a noiosi incontri di esperienze, ma promuova alcune
campagne mondiali, trasversali nei contenuti, da articolare nelle realtà
territoriali: sulla Sanità pubblica, sull'acqua pubblica per riparare e costruire
nuove reti, sulla scuola, la ricerca, i farmaci e i brevetti. Da perseguire
tutti assieme, in tutti i paesi, con lo stesso linguaggio che parla per unire l’umanità.
Un Forum che non si pavoneggia in estremismi elitari che escludono.
L'acqua
è stato l'unico movimento che ha parlato il linguaggio del XXI secolo, ha
anticipato l'enciclica Laudato Si’ del papa e il messaggio di Greta
Thumberg. Il suo modello può interpretare ciò che di solidale si agita nella
gente in questi giorni in tutto il mondo. Buona
giornata mondiale dell'acqua.