Un lettore del nostro giornale, Piero
Tagliabue, ci ha fatto pervenire questa lucida riflessione. L’ha ricevuta sul
suo tablet, come avviene a molti di noi in questi giorni, in una catena di sant’Antonio
informativa, di cui si perdono le tracce del primo motore “mobile” che lo ha
generato. Dobbiamo necessariamente, dunque, pubblicarlo anonimo. Lo facciamo
perché lo condividiamo; rincareremo noi la dose in prossimi scritti, perché il
coronavirus ci ha insegnato molte più cose di quante la superficialità e il
dilettantismo non sanno cogliere. Ma tutto a suo tempo. [Angelo Gaccione]
Quando ci
saremo lasciati tutto questo alle spalle, e torneranno a difendere gli evasori
fiscali trattandoli - tutti - come povere vittime perché buoni elettori,
ricordiamoci dei cittadini onesti che le tasse le hanno sempre pagate. Perché è
grazie a loro che abbiamo ricevuto le migliori cure del mondo, senza sganciare
un centesimo. Evasori inclusi.
Quando torneranno a dirci che la
priorità del Paese è fermare qualche barca di disperati, ricordiamoci di questi
giorni in cui a essere trattati da appestati siamo stati noi.
Quando torneranno a dirci che la
priorità è smantellare lo Stato Sociale perché bisogna lasciare quei soldi nelle
tasche dei più ricchi con la flat tax al 15%, ricordiamoci di cosa la Sanità
Pubblica ha fatto per tutti noi in questi giorni.
E ricordiamoci dell’opera straordinaria
di migliaia di medici, infermieri, oss, tutti, che in Italia sono pagati meno
che altrove, sono precari più che altrove, ma che hanno dato tutto, tutto,
nonostante tutto.
Quando torneranno a dirci che le ONG
sono bande di criminali senza scrupoli e dedite ai loro interessi, ricordiamoci
di quando quello stesso partito ha chiesto in Lombardia aiuto alle ONG per
affrontare l’emergenza.
Quando torneranno a dirci che gli
africani ci portano le malattie e che per questo bisogna ributtarli in mare,
ricordiamoci di quando siamo stati respinti noi. E ricordiamoci di
quell’italiano che ha portato il coronavirus in Africa. E in Africa è stato
ricoverato e curato.
Quando torneranno a dirci che “loro”
difendono la Patria e la dignità dell’Italia, ricordiamoci delle interviste che
hanno rilasciato in mezza Europa contro il governo italiano, per far credere
che non stesse fronteggiando al meglio l’emergenza pur di lucrare qualche voto.
Danneggiandoci spaventosamente agli occhi del mondo.
E ricordiamoci di chi era in montagna a
mangiare prosciutto e formaggio e chi nelle Istituzioni e negli ospedali a lavorare
giorno e notte per la salvezza del paese.
Quando torneranno a dirci che finanziare
la Ricerca e l’Istruzione non è importante e che quei soldi è meglio usarli
altrove, ricordiamoci di questi giorni. E dei risultati ottenuti in silenzio
dai nostri ricercatori precari.
Quando l’emergenza sarà finita e
torneremo a quel clima misero e puerile della politica italiana di ogni giorno,
proviamo a ricordare i giorni in cui abbiamo capito cosa sia davvero
importante. Di quanto sia fragile la vita, anche sociale, e quanto per essa
siano importanti cose che diamo per scontate e trattiamo quasi con fastidio.
Per una volta, una volta almeno, proviamo a non dimenticare.