di
Angelo Gaccione
In uno sfogo piuttosto deciso su
questo giornale, Francesco Curto ha scritto, senza mezze misure, di non avere
alcuna voglia di affacciarsi dal balcone per mettersi a cantare, e men che meno
l’inno nazionale. Quello che Goffredo Mameli aveva scritto per altre temperie e
non per l’uso truffaldino che se ne fa ai tempi nostri da parte di certi
personaggi che della “patria” sono stati i saccheggiatori e i devastatori.
Ovviamente non sto parlando di quelli che in questi giorni si sono affacciati
dai balconi dei vari luoghi del Paese, e hanno sentito il bisogno di esorcizzare
la morte e creare un afflato più o meno sincero.
Personalmente non possiedo un balcone e l’Inno un po’ di anni
fa mi ero permesso di riscriverlo perché le parole e il senso fossero più
corrispondenti ai tempi e all’agire degli uomini di questa nostra epoca. I
Modena City Ramblers mi scrissero una email in cui dicevano di avere avuto già
troppi problemi con la loro interpretazione di Bella ciao, figuriamoci
se avessero osato cantare le parole del mio Sorelle d’Italia. Dunque,
neanche io come Curto, seppure avessi avuto un balcone, avrei intonato
quell’inno: tanto più che è la morte, e meno romanticamente, a venire a cercare
noi attraverso il virus; a sterminarci grazie allo scempio di politici e
manager che hanno sfasciato la sanità pubblica e fatto strame dei nostri
ospedali.
Io non ho un balcone, ma molti di voi sì: e allora vi
propongo, visto che lo avete già fatto, di spargere la voce e all’unisono, uno
di questi mezzogiorno, di affacciarvi dai balconi e mettervi a gridare contro
le armi chimiche e batteriologiche custodite negli arsenali degli Stati; contro
le loro ricerche sulle armi di sterminio; contro le loro esercitazioni; contro
l’enorme ricchezza spesa per i loro bombardieri, missili, sommergibili,
portaerei, che affamano il mondo e privano tutti noi di ospedali e cure mediche.
Potete usare, come le mamme argentine di Plaza de Mayo a Buenos Aires, pentole,
padelle e quant’altro. Vi assicuro che mi unirò anch’io al concerto, anche se
non ho un balcone.